Nello show di Claudio Baglioni è stata ospite Anna Oxa che ha duettato con lui sulle note di Heidi per un risultato inaspettato.
Di Debora Parigi 20 Dicembre 2021
IL DUETTO DI ANNA OXA E CLAUDIO BAGLIONI SULLA CANZONE DI HEIDI
Nell’ultima puntata di Uà – Uomo di varietà, lo show del sabato sera di Canale 5 di Claudio Baglioni, ci sono stati grandissimi ospiti, come era già successo anche nelle precedenti puntate. Ma in questa c’è stato un grandissimo ritorno sugli schermi televisi e cioè Anna Oxa. Sparita purtroppo dalle scene italiane, la cantante è tornato per questo evento speciale e non è passata certo inosservata. Anzi, ha fatto qualcosa su cui nessuno avrebbe scommesso, ma che conferma ancora una volta il suo modo di essere non solo come performer, ma anche come persona.
I due grandissimi artisti Claudio e Anna si sono esibiti sul palco con un duetto davvero inaspettato. Hanno infatti cantanto sulle note di Heidi, il famoso cartone animato della bambina che viveva col nonno in montagna in mezzo alle caprette. E il risultato è stato qualcosa di sorprendente. La performance è come non l’avete mai vista e sentita perché l’hanno completamente stravolta. Ma a nostro avviso lo hanno fatto in modo positivo.
Sul web la cosa ha suscitato diverse opinioni e risposte da parte del pubblico. C’è stato chi ha apprezzato trovando tutto molto bello, particolare e interessante. Infatti qualche utente ha fatto notare come magari anche un elenco telefonico cantato da loro può diventare qualcosa di splendido, viste le voci di Baglioni e Anna Oxa. C’è chi non ha proprio apprezzato (ma questi sono pochi) e chi è rimasto divertito.
In generale possiamo dire che la performance e tutto lo show di Claudio Baglioni sono stati un grande spettacolo. E questo duetto è sicuramente un incontro artistico eccezionale e di grande impatto. Rivedere la Oxa in TV è stato un bellissimo regalo di Natale anticipato.
Novella 2000 © riproduzione riservata.
Anna Oxa, il 28 aprile compie 60 anni, che momento sarà?
«Io ho smesso di avere dei momenti. Da un po’, vivo in un flusso continuo, in un presente dove non c’è un prima o un dopo. Non faccio più caso a quanto tempo scorre, m’interessa di più usare il tempo per non sprecare la vita e per capire chi sono».
Quando e come comincia questo percorso?
«Con eventi scatenanti forti. Soprattutto con la morte di mia madre, una ventina di anni fa, uno di quei dolori così forti che non possono restare fini a se stessi. Mi si è aperto un mondo e, soprattutto, mi si è aperta “la domanda”, quella della vita e della morte, di questo passaggio di cui non ti accorgi, perciò rimandi tante cose, invece di osservare e comprendere che cosa fa veramente parte di te e che cosa, invece, hai integrato da fuori: giudizi, idee, luoghi comuni… Tutte cose che devi escludere, altrimenti non sei nel vero movimento della vita e replichi sempre il passato».
Lei quali cose ha escluso?
«Io escludo ogni giorno, perché più vedo, più capisco, e la comprensione non passa dall’intelletto. Io, ormai, vivo nella natura. Fin da bambina, mi sono sempre sentita parte di questa estrema, vasta, bellezza. Quando ci stai dentro, senti una sorta di fusione, dove non c’è bisogno di inventarsi dei ruoli, avere modelli e non c’è alcuna forma di giudizio. È una condizione nota ai bambini, poi, crescendo, si comincia con: questo è giusto, questo è sbagliato; questo è buono o cattivo; e come dobbiamo giudicare e a chi dobbiamo appartenere… Inizia un percorso prestabilito che ci allontana totalmente dall’essere umano».
Com’è questo suo ritiro svizzero nella natura?
«È una casa bellissima in un posto meraviglioso. Ci sono le montagne, ruscelli, cascate, boschi, animali e un’immensa biodiversità di fiori e piante. Qui vedi tutto: l’inverno, la neve, il freddo, la primavera. Il ruscello che ho messo su Instagram è proprio qui davanti a casa, la distanza è fra me e il palmo della mano. Oggi, l’arte è diventata che sei un artista perché qualcuno lo decide, perché ti fa fare dischi o programmi tv, ti fa fare business purché si arrivi a qualche forma di potere, ma è come dire a Picasso di dipingere dieci sedie perché si vendono. Invece, stare nel movimento della natura è essenziale per stare nel processo creativo».
La prima volta che si è sentita dentro questo processo creativo?
«Da bambina, a Bari, cantavo e già vivevo questo stato di assoluta assenza. Era come se ci fossero due frequenze parallele, una che viveva di sonorità, di bellezza, e l’altra che si accorgeva del quotidiano, del mondo degli adulti così strani, incomprensibili. Io penso di essere stata come i sassi che vedo qui: enormi, levigati, morbidi. Ed è l’acqua che lentamente ha tolto tutti gli spigoli, ogni volta che il sasso non le ha opposto resistenza. Allo stesso modo, io sono stata modellata dal suono».
Bari, quartiere San Pasquale, otto figli, padre albanese rifugiato politico, morto che lei aveva 8 anni, famiglia modesta. Percepiva un futuro già scritto?
«Io vedevo solo la strada di casa e il cortile, e cantavo. Ero innocente, pulita e, se oggi mi posso fare certe domande sull’esistenza, è grazie a quella bimba che è venuta passo passo con me, che suona con me».
Che cosa cantava quella bimba?
«Brani italiani, ma ho avuto la fortuna, già a dieci anni, di frequentare il jazz e, dopo, la discomusic, e altri generi meravigliosi dove c’era cura del suono. Ho conosciuto un maestro di musica e, fra i 13 o i 14 anni, ho iniziato coi pianobar, portando un repertorio anche degli anni Venti. Nel tempo, ho avuto la capacità di avere più timbri e più suoni, come se avessi percorso le etnie, forse perché nasco con nonno imam albanese, nonna turca, mamma italiana. I suoni emergevano come quando, dalle cascate, si formano altri rigoli di acqua che prima non c’erano. E ho sempre cercato di fare miei tutti i brani che cantavo: li rileggevo, li riscrivevo, li rimontavo per esprimere quello che mi passava dentro, senza riprodurre quello che avevo già fatto ed ero già stata».
Quante volte hanno provato a farle rifare cose già fatte?
«Sarebbero stati gentili se si fossero fermati a varie volte, ma io stavo sulla frequenza del processo creativo, loro su una più spicciola. Già a 16 anni ho vinto Sanremo Giovani con Un’emozione da poco e con un’immagine punk, e poi ho cambiato, ma tanti mi dicevano di restare uguale perché, se no, il pubblico poteva rimanerci male. Io, invece, ho sempre saputo che devi essere ciò che sei».
Lei è sempre stata definita «camaleontica» e anche sensuale, addirittura peccaminosa.
«Non avendo una mente peccaminosa, non mi sono mai vista tale. Le tante cose che si sono viste dipendono dalla mente di chi guardava. Di sicuro, in me, non ho mai avvertito volgarità».
Dalla tutina a pelle di Sanremo ‘85, all’ombelico scoperto quando cantò «È tutto un attimo», al tanga a vista del Sanremo ‘99 vinto con «Senza Pietà», ogni sua apparizione faceva discutere.
«Quella tuta la mettono tutti i ballerini e non ha mai suscitato tanto clamore. L’ombelico era una goccia scoperta mentre già tutte le donne andavano nude… La domanda è: perché solo se faccio io certe cose scateno interesse?».
E che risposta si dà?
«La trovi lei una risposta. Io so che, da anni, non sono in tv, eppure, ho un pubblico enorme, e sono sui giornali anche se non dico niente. E so che ho un rapporto col pubblico creato su una vera vocalità e su qualcosa di autentico: persone che guardano a me come un’artista che non ha mai fatto della sua arte una convenienza. Che si è anche permessa di rivoluzionare tutto e fare Proxima, L’America non c’è, di portare a Sanremo un’opera come Processo a me stessa».
Quel Festival 2006 le portò critiche feroci, quel brano fatto di mantra tibetani, sanscrito antico, momenti africani, non fu capito e lei fu giudicata troppo cupa e sofferente.
«Mi hanno chiesto di andare e ho detto: vengo, se posso portare quello che sono e ho portato una mistura di suoni, vibrazioni, drammaturgia, un mare di umanità, una dimensione che non era più quella della canzone. Però, siccome tanti non si esprimono mai, se c’è uno che si esprime, tutti gli danno addosso. Nessuno parlava del brano, si dicevano solo cose per ferire, ma io non sono stata ferita. Io ho vissuto il processo creativo, che m’importa se altri fanno il branco e poi devono sbranare il lupo? È una vita che cercano di farlo. Da quando nel 2013 mi sono fatta male a Ballando con le stelle, la Rai mi ha chiuso le porte, anche se io ho fatto causa solo nel 2019, perché comunque l’ufficio legale bloccava tutte le richieste dei programmi che mi volevano. Questa come la chiamate: non violenza? Ma io sono tranquilla, faccio la mia arte, la gente mi segue lo stesso».
Il veto della Rai vale anche per il Festival?
«Certo».
Dei suoi cavalli di battaglia, come Un’emozione da poco, È tutto un attimo, Donna con te, Quando nasce un amore, Senza di me, Storie, Senza pietà, Tutti i brividi del mondo, Ti lascerò… Quale ama di più?
«Non posso rispondere: tutto quello che ho cantato, alla fine, l’ho donato, non è più mio».
Come ha educato i suoi due figli?
«Anzitutto, sono cresciuta con loro, per cui, non ho usato il senso di autorità, ho imparato attraverso di loro e attraverso la mia vita e perciò non mi sono mai presentata come la perfezione. Non ho mai detto questo sì o questo no. Ho dato loro la possibilità di fare delle esperienze, ma non di portarsele dietro rimanendo sempre uguali, senza evolversi».
Ha avuto tre mariti, più una lunga storia con Gianni Belleno dei New Trolls, padre di Francesca e Qazim. Che cosa è stato l’amore per lei?
«È una domanda che dovrebbe rimanere una domanda, ma posso darle delle indicazioni. Per esempio, tante idee sull’amore non appartengono all’amore, tipo: il possesso, il controllo di un altro, vivere l’altro come una stampella».
Ora ama?
«Se me lo chiede, vuol dire che finora non mi ha ascoltata. Che importanza ha se amo, se non amo? Se farò 60 anni o ne ho fatti 40? Se piaccio o no? Ma chi se ne frega. È più interessante sapere che i professori portano i miei brani nelle scuole, o che io stessa vengo chiamata nelle università a parlare di suono e di frequenze. I media non vogliono sapere di Anna Oxa, vogliono creare la loro storia di Anna Oxa. Ma quella non è la mia storia, è l’immagine che voi mi attribuite. La mia forma di vita non è quella, è quella di Primo Cuore (Canto Nativo), il mio ultimo brano, che è oltre qualsiasi tipo di forma-canzone conosciuta, composto in un momento di grande pienezza e che è veramente uno sguardo all’umanità. Un giorno, ho detto in tv: mi sono divorziata e ancora mi parlate dai miei mariti, non sapete staccarvi dalle cose inutili».
Col senno di poi, il matrimonio è inutile?
«Per me, ci sono cose che vivi, comprendi e che poi non esistono più. Non hanno più la forma. Si sformano, diventano liquefatte come orologi di Dalì. I matrimoni sono stati parte di cose che vivevo in quel momento. Oggi, dico che due persone possono creare insieme, vivere intensamente, e che sarebbe interessante se avessero la stessa energia e la condividessero. Ma molte volte, quasi tutte, uno dei due serve per stimolare all’altro la fiamma persa dentro di sé. Sarebbe stato importante fare quest’intervista nel bosco davanti a casa. Le avrei detto: provi a sentire se lo sente, l’amore. L’amore è il profumo di un fiore, l’acqua che scorre, la foglia attraversata dal vento».
Anna Oxa, Anna Magnani e Rita Levi Montalcini all’Extreme Art
S’inaugura domani la mostra presso la galleria di piazza Rattazzi
CASALE MONFERRATO –
Una scienziata, un’attrice e una cantante. L’esposizione omaggia tre figure femminili intense: Rita Levi Montalcini, Anna Magnani e Anna Oxa. Nella diversità di stili di vita e di background professionali, le tre donne, nella ricerca artistica di Nicoletta Bagatti, risultano accomunate da qualità e attitudini particolari che ognuna di loro, con il proprio ardore, impersona. Un confronto che non si ferma solo al dato descrittivo del ritratto ma che si spinge oltre. Così, la resa anatomica dei soggetti sottolinea l’unicità di ciascuna di queste figure e, allo stesso tempo, diventa il vivo riflesso di personalità forti, ritratti che nell’espressione fisica tradiscono caratteri energici, determinati. La mostra ‘Tra seta, sogno e sapere – Tre vissuti al femminile, una ricerca artistica di vita’ di Nicoletta Bagatti è aperta presso la galleria Extreme Art, in collaborazione con la Galleria Magenta (piazza Urbano Rattazzi, 18/19) dal 22 ottobre al 23 novembre 2011.
Rita Levi Montalcini, tra le sagge pieghe dei suoi 102 anni, sprigiona l’eleganza e l’austerità che di lei hanno fatto la caparbia donna-scienziata quale è diventata.
Anna Magnani, colta in momenti di alta tensione drammatica o di intensa partecipazione emotiva, nel movimento energico del corpo e nelle sue interpretazioni più eloquenti di lezione neorealista, effonde attorno a sé un’energia e una forza caratteriale per cui ancora oggi viene elogiata dal grande pubblico.
Anna Oxa, nella sua ecletticità di personaggio di spettacolo, all’interno della mostra cavalca l’onda delle sue imprevedibili trasformazioni, dagli esordi di talentuosa cantante ad oggi.
Un’esposizione che diventa un elogio alla tenacia e alla perseveranza del “gentil sesso”, nelle sue declinazioni più varie: tre donne che incarnano in modi e in epoche differenti la determinazione, la creatività professionale e la forza caratteriale con una buona dose di gentile irriverenza, dettata dalla spinta di una vita per certi aspetti controcorrente e non sempre di facile ascesa. Un elogio anche all’artisticità su cui queste tre donne hanno deciso di impostare le proprie vite: se non artiste nel senso letterale del termine, sono state capaci di trovare i giusti mezzi e le qualità per fare della propria vita un’opera d’arte in continua evoluzione.
Redazione On Line
Il canto nativo di Anna Oxa
Il canto nativo di Anna Oxa
Assomiglia all’aria, all’acqua, assomiglia al vento e alla marea, che sei talmente abituato, abituata, li dai così tanto per scontato che quasi ti dimentichi di quanto siano preziosi, di quanto contino davvero, e sempre più di te che li dimentichi, e l’acqua e l’aria, il vento e la marea, così naturali, così ovvi, apparentemente, ormai, che ne ricordi la portata e la potenza solo quando, chissà per quali forze note e ignote, s’impongono come tempesta o maremoto, tsunami o uragano – allora solo allora ti ricordi che c’è sempre stata, l’acqua. Che c’è sempre stata pure l’aria. E che sono sempre implacabili, ben più forti e travolgenti di quanto t’aspettavi. E allora assomiglia proprio a loro, Anna Oxa, letterale forza della natura che in decenni di instancabile ricerca è riuscita a trasformare la propria voce, il proprio canto in qualcosa che va al di là della semplice espressione, della semplice comunicazione, una voce e un canto che attingono, simultaneamente e con stesso slancio, all’organico e all’intangibile, quasi fossero immagine e punto di contatto tra l’infinitamente piccolo dell’uomo in questo mondo e l’immenso altrove che pure ci riguarda. Ce lo conferma sin dal titolo l’ultimo suo inedito, Primo Cuore (Canto Nativo), che arriva a dieci anni di distanza dal fondamentale Proxima (disco del 2010 cui sono seguiti altri due singoli-manifesto: La mia anima d’uomo, presentato al Festival di Sanremo nel 2011, e L’America non c’è, rilasciato nel 2016), esperienza musicale che definire ‘brano’ sarebbe riduttivo.Come riduttivo sarebbe elencarne qui, ora, pregi e caratteristiche, se è vero (e lo è) che la proposta artistica di Anna Oxa non è riducibile a un’operazione solo estetica (né, meno che mai, commerciale: in perfetta controtendenza rispetto alle mode generali, Oxa porta avanti il proprio fare musica senza curarsi delle miserie mercantili di gran parte della discografia e del cosiddetto ‘gusto’ odierni). Primo Cuore, tra sonorità classiche che sanno di ultra-contemporaneo, in un amalgama di strumenti e pura voce, si presenta infatti come qualcosa di ibrido tra teatro e canzone, immagine e performance, forte di un senso anche autenticamente etico-politico: il suo pulsare, il battito di questo primo cuore, è quello originario d’ogni umano, oltre ogni divisione, oltre ogni arbitraria linea di confine.
Così come oltre ogni linea di confine è il canto nativo che svetta libero, verticale, verso uno spazio siderale senza dimenticare però le proprie radici terrestri, nei pochi minuti di questo brano.
Pochi minuti, sì, ma che sembrano sospendere il tempo, sfidarlo, quasi, cristallizzarlo per (provare a) comprendere fino in fondo i meccanismi di quel che chiamiamo “esistenza”, alla luce di una consapevolezza prima di tutto umana e poi artistica cui ognuno dovrebbe aspirare.
PRIMO CUORE (canto nativo) di Anna Oxa – Gadi Sassoon – Pasquale Panella
*Il brano “Primo Cuore (Canto Nativo)” è disponibile, previo abbonamento, sul sito dell’Artista: www.annaoxa-oxarte.tv
Nasce a Roma nel 1993. Scrittore e critico teatrale, ha pubblicato i libri di poesia Pagine in corpo (Empiria, 2015) e L’uomo è verticale (Empiria, 2018) e il saggio critico Zero, nessuno e centomila. Lo specifico teatrale nell’arte di Renato Zero (Arcana, 2019). Dal 2017 collabora con il blog di R. di Giammarco Che teatro che fa su Repubblica.it.
Primo Cuore di Anna Oxa, la Rai le ha negato Sanremo 2021? Con il nuovo brano avrebbe fatto cadere l’Ariston
Il Festival di Sanremo 2021 sarebbe potuto passare alla storia come quello del grande, atteso, clamoroso ritorno di Anna Oxa all’Ariston, 10 anni dopo la sua 14esima e ultima partecipazione con La mia anima d’uomo.
A rivelare il tutto lo staff della stessa artista, tramite la pagina ufficiale Facebook Oxarte, che ha denunciato la mancata liberatoria Rai per volere di un avvocato.
Tutto nasce nel 2013, quando la Oxa si infortunò nel corso di Ballando con le Stelle. Da allora va avanti un contenzioso con la tv pubblica perché all’epoca, denuncia lo staff Oxarte, l’artista non volle rinunciare al risarcimento dell’infortunio. Quella sera, in diretta tv, Anna Oxa riportò la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro, dopo una caduta durante l’esibizione. Passati 7 anni, la diatriba è incredibilmente ancora in corso. Amadeus avrebbe potuto mettere a segno il colpo dei colpi di Sanremo 2021, ma lo stop sarebbe arrivato dall’alto, direttamente dall’ufficio legale Rai.
Eppure Anna Oxa ha appena pubblicato un singolo, Primo Cuore, che avrebbe potuto far cadere l’Ariston dall’entusiasmo (se presentato al direttore artistico). Il video di Primo Cuore si trova in abbonamento sul sito ufficiale dell’artista, a 4.90 euro dove trovare anche contenuti inediti e/o anteprime, ed è un audace, ostico, travolgente e ipnotico pezzo pop lirico che rilancia l’unicità vocale della 59enne cantante, che avrebbe meritato il ritorno al Festival. E perché no, di rappresentarci anche all’Eurovision, 32 anni dopo la partecipazione con Avrei voluto al fianco di Fausto Leali.
Dopo un 2020 tanto tragico, ci meritavamo Anna Oxa a Sanremo 2021.
“Primo Cuore (Canto Nativo)” di Anna Oxa, ecco un’anteprima del video
Dopo aver passato settimane in ‘abbonamento’, dal sito ufficiale di Anna Oxa ecco arrivare un’anteprima di “Primo Cuore (Canto Nativo)“, bellissimo nuovo singolo della cantante, purtroppo rifiutato a Sanremo a causa delle ormai celebri beghe legali tra l’artista e la Rai.
Canzone e interpretazione a dir poco incredibile, in attesa che l’intera versione venga finalmente sbloccata, per tutti, oltre gli abbonati al suo sito ufficiale.
Anna Oxa tra la genesi del suono e dell’uomo per “Primo cuore (canto nativo)” – RECENSIONE
Di Ilario Luisetto
DIC 29, 2020
Recensione del singolo del ritorno di una voce regina tra ricerca ed essenza
Da secoli ci si interroga attorno al tema dell’origine. Lo ha fatto l’arte, la filosofia, la religione e persino la musica. Che la soluzione stia nel primo motore immobile aristotelico piuttosto che nella verità di Krishnamurti o nell’eterno ritorno nietzschiano, secondo cui la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre, ciò che pare continuamente sfuggirci è l’attimo d’inizio, il momento cardine da cui ha preso vita la vita stessa. Attorno al tema dello sgorgare primo della vita si è concentrato anche il pensiero musicale ed artistico di Anna Oxa che, come biglietto da visita del suo nuovo ritorno, ha scelto Primo cuore (canto nativo).
E non è un caso se una voce complessa e pensante, come la Oxa si dimostra da sempre, sia arrivata, nel proseguimento del suo percorso artistico, a concentrarsi sulla genesi, sul momento in cui l’uomo ha conosciuto, in un certo qual modo, sé stesso, ha avuto, cioè, origine. Non è un caso perché la ricerca dell’essenza, strada interiore ed eterna, conduce esattamente lì la riflessione di chi sceglie di indagarsi per indagare: all’attimo in cui tutto è iniziato.
L’attimo eterno della genesi trova spazio proprio nel suono e nell’utilizzo della vocalità che Anna Oxa ha scelto di utilizzare per quest’occasione arrivando a proporsi con un brano che non accoglie convenzioni o strutture definite perché attraverso una non-forma-canzone (firmata dalla stessa Oxa insieme a Pasquale Panella e Gadi Sassoon) vuole incarnare quella libertà originaria che il mondo ha conosciuto prima che l’azione dell’uomo complicasse il panorama dell’esistente pensando, invece, di semplificarlo regolandolo.
E così, una voce ugualmente libera e spiazzante conduce l’ascoltatore al momento in cui il cuore dell’uomo, il primo cuore per l’appunto, ha fatto sgorgare il proprio canto nativo, la propria genesi creativa, l’attimo di fronte al quale ognuno si “commuove” come saggiamente sottolineano i versi del brano un climax senza sosta. “La goccia già c’era, c’era il sole, la foglia c’era già, c’era il vento ed il tuono”: un panorama perfetto, l’Eden sognato e generato per ospitare la bellezza e la purezza della vita. Tra tutto questo, d’un tratto, prende forma “il cuore, il cuore umano”. E’ un cuore impaurito che si trova a muoversi come un topo tra le foglie dimostrandosi piccolo di fronte alla grandezza dell’eterno esistente.
Attorno alla grandezza di questo dono di vita Anna Oxa si trova a costruire il proprio vortice emotivo e musicale che da forma a quel cuore che batte in ciascuno di noi ogni giorno restituendoci l’impulso della vita senza mai ripetersi ma evolvendosi in un’energia vitale sempre nuova che viene fatta propria anche da quel suono che oggi definiremo esotico ed etnico proprio perché più vicino a quell’idea nativa di musicalità. In una produzione sonora senza eguali nello scenario omologato d’oggi ne esce un canto che si mette a disposizione di queste forme comunicative indossando letteralmente una narrazione che, esattamente come il cuore, trae origine dall’esistente ma poi si trasforma vestendo forme nuove ed inaspettate che viaggiano tra tinte liriche e gorgheggi urbani che, rispettivamente, riescono a dar corpo all’immensità e alla finitezza, al concreto e all’astrazione, al quotidiano e all’eterno.
In questo viaggio in cui tutto ritorna fino allo sgorgare della genesi Anna Oxa si fa portatrice di una nuova ricerca che investe ogni scenario della forma artistica coinvolgendo in toto un utilizzo sorgente di un’ampia vocalità, un suono senza eguali capace di racchiudere in sé l’essenza primitiva ed una destrutturazione della tradizionale forma canzone per creare, piuttosto, un libero fluire di note. Un canto che, sull’onda di una libertà artistica senza confini, esce dal cuore per raccontare la genesi del cuore. Il cuore umano. Quel cuore che ci batte in petto ogni giorno ma che, contemporaneamente, dovremmo tutti essere portati a riscoprire per arrivare a proporci come uomini nuovi capaci di riscrivere i valori dell’esistere sulla base della sola certezza della vita.
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Edi Rama surprizon Anna Oxën: Skënderbeu më dërgoi një mesazh
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Këngëtarja e famshme me origjinë Anna Oxa, është bërë pjesë e rubrikës “Tani mund të këndosh” tek ”E Diela Shqiptare”. Ajo ka jetuar gjithë jetën e saj në Itali dhe ka zhvilluar karrierën si këngëtare, por origjinën nuk e ka harruar kurrë. Ajo ka aplikuar për pasaportë shqiptare dhe Edi Rama ka shkuar vetë personalisht në Krujë për t’ia dorëzuar.
Ardit Gjebrea: Kam një surprizë për ty.
Edi Rama: Si jeni?
Anna Oxa: Mirë.
Edi Rama: Mirë se erdhe.
Ana Oxa: Faleminderit.
Edi Rama: Më tha Arditi që donit të vinit tek Skënderbeu, ky është një muze shumë i bukur.
Ana Oxa: Dhe i mirëmbajtur.
Edi Rama: Keni qenë më parë këtu, apo është hera e parë?
Ana Oxa: Jo kam qenë edhe më parë.
Edi Rama: Ju jeni nga…
Ana Oxa: Nga Kruja.
Edi Rama: Morëm vesh që je këtu dhe Skënderbeu më dërgoi një mesazh.
Ana Oxa: Ashtu?
Edi Rama: Teksa flija sonte, m’u shfaq në ëndërr dhe më tha është Ana Hoxha dhe jo Oxa, në kështjellën time. Duhet të shkosh dhe të konfirmosh që ajo bën pjesë në ushtrinë time të madhe të shqiptarëve që nuk heqin dorë kurrë. Ju solla pasaportën shqiptare, me një foto të bërë nga fotografi i Skënderbeut.
Ana Oxa: Faleminderit, është e vërtetë. Për më tepër është një fotografi shumë e bukur.
Edi Rama: Nga ky çast ju jeni zyrtarisht shqiptare. E dërguara e Skënderbeut në tokë përtej detit. Ju duhet të dini që fama juaj ka ardhur këtu para jush dhe nuk ka ardhur një famë si ndjekëse e heshtur e Nënë Terezës, por ka ardhur fama e një ndjekëse të Skënderbeut, e një luftëtareje që nëse nuk i hap rrugën të shpartallon.
Anna Oxa: Le të themi që ka luftëtarë që s’kanë nevojë për shpatën, por për drejtësinë.
Edi Rama hands over the Albanian Passport to Anna Oxa, she’s officially Albanian
By Oculus News 19 days ago Albanians, Music
The famous singer of Albanian origin Anna Oxa has become part of a show on a local channel in Albania. She has lived all her life in Italy and developed her career as a singer, but she has never forgotten her origins. She applied for an Albanian passport and the Prime Minister of Albania, Edi Rama personally went to Kruja Museum to hand over the passport to her.
Part of the lak between them as seen in the video above:
Ardit Gjebrea: I have a surprise for you.
Edi Rama: How are you?
Anna Oxa: Good.
Edi Rama: Welcome.
Ana Oxa: Thank you.
Edi Rama: Arditi told me that you wanted to come to Skanderbeg, this is a very beautiful museum.
Ana Oxa: And maintained.
Edi Rama: Have you been here before, or is it the first time?
Ana Oxa: No, I have been before.
Edi Rama: You are from…
Ana Oxa: From Kruja.
Edi Rama: We found out that you are here and Skanderbeg sent me a message.
Ana Oxa: Like that?
Edi Rama: While I was sleeping tonight, he appeared to me in a dream and told me that it was Ana Hoxha and not Oxa, in my castle. You have to go and confirm that she is part of my large army of Albanians who never give up. I brought you the Albanian passport, with a photo taken by Skanderbeg.
Ana Oxa: Thank you, it is true. Moreover, it is a very beautiful picture.
Edi Rama: From this moment you are officially Albanian. Skanderbeg’s messenger on land across the sea. You should know that your fame has come here before you and not fame has come as a silent follower of Mother Teresa, but has come the fame of a follower of Skanderbeg, a warrior who if you do not open the way, he will exterminate…
Anna Oxa: Let’s say there are fighters who do not need the sword, but justice.
Edi Rama surprizon Anna Oxën: Skënderbeu më dërgoi një mesazh
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Këngëtarja e famshme me origjinë Anna Oxa, është bërë pjesë e rubrikës “Tani mund të këndosh” tek ”E Diela Shqiptare”. Ajo ka jetuar gjithë jetën e saj në Itali dhe ka zhvilluar karrierën si këngëtare, por origjinën nuk e ka harruar kurrë. Ajo ka aplikuar për pasaportë shqiptare dhe Edi Rama ka shkuar vetë personalisht në Krujë për t’ia dorëzuar.
Ardit Gjebrea: Kam një surprizë për ty.
Edi Rama: Si jeni?
Anna Oxa: Mirë.
Edi Rama: Mirë se erdhe.
Ana Oxa: Faleminderit.
Edi Rama: Më tha Arditi që donit të vinit tek Skënderbeu, ky është një muze shumë i bukur.
Ana Oxa: Dhe i mirëmbajtur.
Edi Rama: Keni qenë më parë këtu, apo është hera e parë?
Ana Oxa: Jo kam qenë edhe më parë.
Edi Rama: Ju jeni nga…
Ana Oxa: Nga Kruja.
Edi Rama: Morëm vesh që je këtu dhe Skënderbeu më dërgoi një mesazh.
Ana Oxa: Ashtu?
Edi Rama: Teksa flija sonte, m’u shfaq në ëndërr dhe më tha është Ana Hoxha dhe jo Oxa, në kështjellën time. Duhet të shkosh dhe të konfirmosh që ajo bën pjesë në ushtrinë time të madhe të shqiptarëve që nuk heqin dorë kurrë. Ju solla pasaportën shqiptare, me një foto të bërë nga fotografi i Skënderbeut.
Ana Oxa: Faleminderit, është e vërtetë. Për më tepër është një fotografi shumë e bukur.
Edi Rama: Nga ky çast ju jeni zyrtarisht shqiptare. E dërguara e Skënderbeut në tokë përtej detit. Ju duhet të dini që fama juaj ka ardhur këtu para jush dhe nuk ka ardhur një famë si ndjekëse e heshtur e Nënë Terezës, por ka ardhur fama e një ndjekëse të Skënderbeut, e një luftëtareje që nëse nuk i hap rrugën të shpartallon.
Anna Oxa: Le të themi që ka luftëtarë që s’kanë nevojë për shpatën, por për drejtësinë.
Annullamento concerti, la verità di Anna Oxa confermata dalla giustizia
DiIlario Luisetto
MAG 1, 2020
La cantante dimostra legalmente la sua non responsabilità nell’annullamento dei concerti
Nell’estate del 2016, attorno agli spettacoli dal vivo che avrebbero dovuto tenersi in diverse località d’Italia con la voce di Anna Oxa venne a formarsi un vero e proprio caso che riguardava i presunti annullamenti immotivati di alcuni di questi spettacoli live della cantante.
L’accusa, mossa da The Boss s.r.l. e dall’Agenzia Teatrale Paolo Righetti, agenzie organizzatrici degli eventi, riguardava l’inadempimento da parte di Oxarte Sagl, la società che cura e gestisce l’attività di produzione artistica della Oxa, ad un contratto stipulato e concluso nel 2016, avente ad oggetto l’esclusiva dell’organizzazione dei concerti nel periodo compreso tra il 20 giugno e il 25 settembre 2016.
In particolare, veniva imputato alla società Oxarte Sagl di aver negato, senza giustificazione, il proprio consenso allo svolgimento degli spettacoli che le due su citate agenzie si erano impegnate ad organizzare nelle località da loro proposte e nel manifestare ingiustificatamente un giudizio negativo nei confronti dell’impresa scelta dagli organizzatori per la gestione dei servizi fonici durante gli spettacoli.
Attorno alla vicenda gran parte della stampa di settore era intervenuta spesso scagliandosi contro l’artista Anna Oxa e la società Oxarte dando per scontata la “verità” fornita dagli organizzatori degli spettacoli dal vivo. Fin da subito Oxarte Sagl non soltanto aveva negato ogni addebito, ma aveva contestato a The Boss S.r.l. e l’Agenzia Teatrale Paolo Righetti il proprio grave inadempimento ai loro obblighi contrattuali, anche per avere ingiustificatamente annullato concerti per i quali erano già stati venduti i biglietti. Si è avviato, di conseguenza, un procedimento che chiedeva la condanna della società The Boss di Carlo Ritirossi e dell’Agenzia Teatrale di Paolo Righetti obbligandoli al pagamento della penale contrattuale, nonché al risarcimento dei danni, anche all’immagine dell’artista e della società, derivanti dall’ingiustificato annullamento dei concerti e per il comunicato stampa diffuso da The Boss che accusava Oxarte per l’inadempimento.
Il Tribunale di Roma, con la sentenza n. 6721/20 pubblicata in data 29.4.2020, ha rigettato le domande degli organizzatori, Carlo Ritirossi e Paolo Righetti, avendo “escluso ogni inadempimento della Oxarte alle obbligazioni assunte nei confronti degli attori”. Il Tribunale poi, rilevato come non sussista alcun dubbio “che abbia costituito grave inadempimento alle obbligazioni da loro assunte il comportamento degli attori, consistito nell’annullamento unilaterale di tutti i concerti dell’artista successivi al primo (Mon amour) concordati con la Oxarte”, ha condannato The Boss S.r.l. e l’Agenzia Teatrale Paolo Righetti al pagamento in favore di Oxarte della penale contrattuale dovuta per la mancata realizzazione dei concerti, al risarcimento dei danni e alla refusione delle spese di lite.
Con questa sentenza si è dimostrato, dunque, che non solo Anna Oxa e Oxarte erano del tutto estranee all’annullamento ingiustificato nella serie di concerti previsti ma anche come, a volte, la diffusione di “verità” non accertate o superficialmente descritte possano risultare dannose ai fini dell’arte, degli artisti stessi, della musica e dell’obbligo morale e professionale di diffondere certezze da parte di chi si occupa di veicolare comunicazioni.
“Rubò” i diritti sui brani: condanna a socio della Oxa
Per molti anni l’uomo ha tenuto per sé i ricavi sulle canzoni e ha venduto il repertorio della cantante
Cristina Bassi – Gio, 18/01/2018 – 09:32
Cristina Bassi
Raggirata da un socio infedele, che non le versava i ricavi dovuti e che ha pure venduto il repertorio delle sue canzoni senza consultarla.
Vittima della disavventura è Anna Oxa, all’anagrafe Anna Hoxha, che ha denunciato tutto alla magistratura. Due giorni fa si è concluso il processo di Appello contro Antonio Sepe, 65 anni, condannato come in primo grado a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e a pagare alla parte offesa una provvisionale di 10mila euro.
La cantante si è costituita parte civile, assistita dagli avvocati Domenico Aiello e Lorenzo Bertacco. Come ricostruito dalla sentenza della Terza sezione penale del Tribunale, emessa nel 2015, da socio accomandatario e quindi amministratore della Inver Music Sepe è colpevole del reato di «impedimento od ostacolo all’attività di controllo del socio di minoranza». Vale a dire che con un comportamento ostruzionistico e «fraudolento» durato oltre dieci anni ha tenuto nascosti a Oxa i documenti contabili della società, non rispondendo alle sue ripetute richieste, e le ha impedito di esercitare i propri diritti di socio di minoranza. Tra questi, la partecipazione alle assemblee sul bilancio, il controllo sulla gestione e soprattutto l’incasso degli utili.
La Inver Music, di cui Anna Oxa fa parte fin dalla fondazione nel 1986 attraverso l’ex marito e di cui ha acquisito una quota dopo la separazione, si occupava di incamerare i diritti Siae sui brani della cantante. I ricavi erano di circa 20mila euro l’anno. Non un centesimo di questi però finiva nelle tasche dell’artista, che per i giudici ha subito un danno economico «pari agli utili dichiarati e non distribuiti dal 1997 al 2011»: oltre 20mila euro. Solo una volta negli anni Novanta ha ricevuto 30 milioni di lire grazie a una causa civile vinta sempre contro Sepe.
Il commercialista di Oxa, una volta ottenuta la documentazione con l’ordine di esibizione del pm, ha anche scoperto fatture di spese sostenute dall’amministratore ma non inerenti all’attività societaria. Da parte sua la cantante lamenta ad esempio i fondi usati per produrre il cd di una certa Danisol. Sepe invece si è difeso sostenendo che la Inver non produceva utili: «È sempre una società un po’ in perdita». E il suo commercialista ha testimoniato che le liti con l’artista nascevano perché lei pretendeva ricavi che non le spettavano. La Corte concludeva che Oxa aveva diritto a verificare la corretta amministrazione della società e che l’impossibilità stessa di farlo ha comportato per lei il danno patrimoniale.
Infine la vendita nel 2012 del catalogo delle canzoni di Anna Oxa alla società dei figli di Sepe per 70-80mila euro. Non solo l’artista non ne sapeva nulla, ma i giudici fanno notare che l’adeguatezza del prezzo andrebbe verificata e soprattutto che si trattava dell’unica fonte di reddito della Inver. La cessione ne ha quindi «determinato l’inevitabile liquidazione».
Oxarte annuncia che Anna Oxa non sarà in gara al Festival di Sanremo 2021
Di Ilario Luisetto
DIC 9, 2020
La società della cantante smentisce le indiscrezioni degli ultimi giorni
Dopo gli insistenti rumors degli ultimi giorni è arrivata la smentita ufficiale da parte della società della diretta interessata: Anna Oxa non sarà in gara al Festival di Sanremo 2021 come, invece, pareva essere possibile fino a qualche ora fa.
La voce che ha incantato l’Italia ed il Teatro Ariston per ben 14 edizioni nel corso della sua più che quarantennale carriera sarà assente anche per l’edizione del 2021 dalla competizione canora della Rivivera a causa del protrarsi di una questione legale che contrappone l’artista alla Rai dall’ormai lontano 2013.
A spiegare la situazione è stata la società Oxarte che nei propri spazi ufficiali ha postato un lungo commento in cui nega la prossima partecipazione di Anna Oxa al Festival “perché non ha ricevuto la liberatoria ufficiale da parte degli uffici egali della RAI”. Ufficio legale che, secondo la ricostruzione fornita sulla pagina ufficiale di Oxarte, “ha negato la firma sui contratti perché l’artista non ha voluto rinunciare al risarcimento dell’infortunio accaduto durante l’esibizione a “Ballando” nel 2013“.
Se Anna Oxa fosse stata realmente in gara alla prossima edizione del Festival di Sanremo si sarebbe trattato della sua quindicesima partecipazione a distanza di ben 10 anni dalla precedente comparsa, avvenuta nel 2011 con la proposta al pubblico di “La mia anima d’uomo” (di cui qui offriamo una nostra analisi). La nota pubblicata dallo staff della cantante non ha ovviamente smentito un interessamento da parte dell’organizzazione del Festival per la nuova proposta artistica della cantante ma ha messo l’accento sulle reali e preoccupanti motivazioni che, tutt’oggi, impediscono una sua partecipazione alla gara come a qualunque altra trasmissione televisiva delle reti di Stato.
Al momento, la voce di ‘Quando nasce un amore’ e ‘Senza pietà’ sta lavorando ad un nuovo progetto discografico come abbiamo dato notizia nel corso degli ultimi giorni (qui per recuperarla). E’, dunque, probabile che parte della stampa di settore abbia frainteso questo nuovo imminente ritorno musicale con la possibilità di rivedere Anna Oxa sul palco dell’Ariston spacciando la notizia come un’indiscrezione confidenziale e distorcendo completamente a proprio piacimento e convenienza il contenuto dell’articolo da noi proposto negli ultimi giorni.
‘Recensiamo Musica’, che da tempo si rivela essere l’unico portale d’informazione musicale attento alle proposte e alle dichiarazioni di Anna Oxa dandole spazio a prescindere da una convenienza del momento, ci tiene a specificare la propria totale contrarietà verso quella stampa che ha spacciato l’annuncio di un nuovo progetto discografico in lavorazione per un certo ritorno sul palco dell’Ariston dell’artista. Prendiamo, dunque, le distanze da chi, in questi ultimi giorni, ha voluto parlare di un clamoroso ritorno (da tutti auspicato, noi in primis, per l’indubbia qualità che rappresenterebbe per il Festival) sulla base di farlocche indiscrezioni e, ancor di più, false esclusive. Ad Anna Oxa ribadiamo la nostra stima e vicinanza in attesa di poter presto tornare a raccontare la sua arte.
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Sanremo 2021, un’altra eurostar si chiama fuori: niente liberatoria per Anna Oxa
DI STAFF · 11 DICEMBRE 2020
Anna Oxa non sarà in gara a Sanremo 2021. Il suo nome associato alla rassegna era circolato nelle ultimissime ore, dato quasi per sicuro, ma è arrivata la smentita ufficiale da parte di Oxarte, lo staff dell’artista.
Parole che però lascerebbero intendere che il direttore artistico Amadeus possa effettivamente averla cercata e l’operazione avrebbe potuto andata in porto. Secondo quanto si apprende ed è riportato dal sito Oaplus, lo staff della cantante italo-albanese, l’ostacolo sarebbe rappresentato dal contenzioso che la Oxa ha tuttora in essere con la Rai dopo l’infortunio che la costrinse ad abbandonare, non senza polemiche, la trasmissione ‘Ballando con le stelle’ nel 2013:
“La signora Anna Oxa non parteciperà alla gara di Sanremo, perché non ha ricevuto la liberatoria ufficiale, da parte degli uffici legali, della RAI. L’ufficio legale RAI ha negato la firma sui contratti, perché l’artista non ha voluto rinunciare al risarcimento dell’infortunio, accaduto durante l’esibizione a ‘Ballando’ nel 2013”.
La Oxarte fa riferimento alla rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro, riportata dopo una caduta durante l’esibizione, infortunio per il quale la cantante è ancora in causa con la tv di stato. Dopo Diodato quindi, un’altra ex partecipante eurovisiva italiana esce dal lotto dei possibili partecipanti.
Anna Oxa prese parte anche all’Eurovision 1989 in coppia con Fausto Leali col quale pochi mesi prima aveva vinto Sanremo col brano “Ti lascerò”: l’Italia si iscrisse fuori tempo massimo alla manifestazione in programma a Losanna e nonostante venne punita con l’esclusione dal sorteggio (allora integrale) e posizionata al primo posto, raccolse un ottimo nono posto con “Avrei voluto”.